venerdì 22 marzo 2013

5 Dritte

Il clima è anarchico. E’ un regno senza re o meglio, il re c’è ma ha troppi sceriffi.
Sono al centro di una contesa di un appetibile cliente UK di cui ovviamente non mi frega nulla. Ricevo ordini da chi non dovrebbe darmene e posso solo difendermi come posso con frecciatine qua e là.
E allora riflettevo come il genere umano sia talmente elastico da riuscire ad adeguarsi e sopravvivere in ogni situazione e ancora non capisco se questo è un bene o un male. Sì perché tutto sommato anche nella mia situazione da mobbizzata oggi sono felice. Sono stanca, ho mal di testa, BabyLeo si sveglia ancora tre volte durante la notte e solo lui sa il perché però… tutto sommato sono ok. Sono viva, respiro, non ho la tachicardia. Fuori c’è il sole, la primavera è arrivata, il mio bambino ride come un pazzo a sentire la parola “buzza”(e la sua risata è il suono più bello del mondo!).
Mi autoregalo pacchette di complimenti sulla spalla e penso alle cose che hanno reso possibile questa piacevole sensazione in ambiente avverso. Posto che non si danno consigli se non richiesti espressamente, ecco alcune piccole annotazioni su cosa fare in caso di mobbing al rientro in azienda dopo la maternità:
1. Indossare scarpe col tacco. Spesso.
2. Sorridere. Il più possibile.
3. Cercare di stringere alleanze con almeno una persona di fiducia (o due, una si può sempre ammalare e non è bello non avere proprio nessuno con cui piangere liberamente).
4. Usare ogni momento libero per cercare un altro lavoro (meglio se presso la concorrenza, rende molto più leggeri).
5. Ripetersi che ai bambini non piace rispondere “casalinga” alla domanda “che mestiere fa la tua mamma?”.
... Sento che questa lista si allungherà... ;)

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