mercoledì 20 marzo 2013

Las Vegas

Durante la mia precedente versione di vita professionale mi occupavo del mercato USA. Era vista come una colpa che dovevo in qualche modo espiare; mercato ghiotto per tanti, il fatto fosse stato dato in carico a me, se pur in seconda persona, suscitò numerosi bruciori di stomaco. Di stomaco , appunto. Andai per ben due volte a New York in occasione di fiere di settore e al mio rientro trovavo almeno un paio di giorni di musi lunghi, battute sceme e piccole angherie perché i bruciori si erano spostati in basso evidentemente… poi passava.
Alla notizia della mia gravidanza, partì il toto scommesse sui nomi di chi avrebbe preso il mio posto in quella mansione ovviamente sempre più appetibile e bramata. Ora che sono tornata ovviamente nulla mi è stato restituito, e dico proprio nulla, tantomeno qell’incarico… incarico per il quale ora la mia collega si trova a Las Vegas e poco più di due mesi fa era a San Francisco. E io…. Sono enormemente grata alla vita per non essere una persona invidiosa, grata alla fortuna che ha voluto che il tutto passasse ad una persona che stimo e che ha un cuore grande. Se anche fosse tornato a me non sarei mai potuta partire per una settimana lasciando il mio baby a casa, mai e poi mai. Non ce l’avrei mai fatta. Quindi sono felice di non essermi dovuta trovare dinnanzi alla scelta. Pensavo a questo, stamattina alle 4.50 intanto che cercavo di farlo riaddormentare in braccio e lui si dimenava dentro al suo pigiamino con i dalmata lamentandosi per il mal di denti, mal di pancia, mal di… non lo so.
Pensavo anche che a Las Vegas ci sono 23 gradi e qui solo due giorni fa eravamo in mezzo ad una nevicata epocale.
Pensavo che forse era meglio se anziché studiare danza classica per una vita, mi fossi messa a studiare seriamente lap dance così da poterci andare a vivere, a Las Vegas.
Poi ho guardato il mio piccolo dalmata … finalmente si era addormentato e l’unica cosa che sono riuscita a fare è stato sorridere.

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